
L’S&P 500, abbreviazione di Standard & Poor’s 500 Index, è un indice ponderato in base alla capitalizzazione di mercato di 500 società quotate negli Stati Uniti.
Il rendimento medio annuo dalla sua creazione nel 1926 al 31 dicembre 2021 è del 10,49%. Il rendimento medio annualizzato dall’incorporazione dei 500 migliori titoli nell’indice nel 1957 al 31 dicembre 2021 è del 10,67%.
In generale, investire nell’S&P 500 è più sicuro che comprare una singola azione e produce rendimenti migliori dei portafogli gestiti attivamente.
La sua ampia diversificazione significa che il declino di alcuni settori può essere compensato da guadagni in altri settori e, su orizzonti a lungo termine, l’indice genera tipicamente risultati migliori.
Cos’è l’indice S&P 500
L’indice S&P 500 è un indice azionario che comprende le 500 aziende più grandi e rappresentative degli Stati Uniti, ed è comunemente utilizzato come indicatore della performance complessiva del mercato azionario americano.
I titoli che compongono l’S&P 500 sono selezionati per capitalizzazione di mercato, liquidità e settore.
Le aziende da includere nell’S&P sono selezionate dal comitato dell’indice S&P 500, che consiste in un gruppo di analisti impiegati da Standard & Poor’s.
L’indice riflette principalmente la performance generale delle azioni a grande capitalizzazione.
L’S&P 500 è considerato dagli analisti un indicatore economico leader sia per il mercato azionario che per l’economia degli Stati Uniti.
I 30 titoli che compongono il Dow Jones Industrial Average erano precedentemente considerati il principale indicatore di riferimento per le azioni statunitensi, ma l’S&P 500, un gruppo di titoli molto più grande e diversificato, lo ha soppiantato in questo ruolo nel tempo.
Storia dell’S&P
- 1957: L’indice S&P 500 viene introdotto, con un valore iniziale che riflette l’espansione economica degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale.
- 1960-1969: Durante il primo decennio, il valore dell’indice sale a poco più di 800 punti.
- 1969-1981: L’indice subisce un graduale declino, scendendo sotto i 360 punti a causa dell’alta inflazione e di condizioni economiche difficili.
- 2007-2009: Durante la crisi finanziaria e la Grande Recessione, l’S&P 500 crolla del 46,13%, passando da ottobre 2007 a marzo 2009.
- 2013: Entro marzo, l’indice si riprende dalla crisi e avvia un periodo di crescita duraturo.
- 2009-2019: L’S&P 500 vive una corsa toro di dieci anni, aumentando di oltre il 250%.
- 2020: La pandemia di COVID-19 causa un crollo dell’indice di quasi il 20%.
- Seconda metà del 2020: L’S&P 500 si riprende rapidamente, raggiungendo una serie di massimi storici nel 2021.
Settori dell’Indice S&P 500
L’indice S&P 500 è composto da 11 settori principali, ognuno dei quali rappresenta un diverso segmento dell’economia statunitense. La seguente tabella mostra la composizione percentuale attuale di ciascun settore all’interno dell’indice:
Settore | Percentuale |
---|---|
Tecnologia dell’informazione | 20,7% |
Sanità | 15,0% |
Finanziari | 13,6% |
Beni di consumo discrezionali | 12,5% |
Beni di consumo stabili | 6,9% |
Energia | 2,8% |
Materiali | 2,7% |
Industriali | 8,8% |
Servizi di comunicazione | 10,4% |
Utilità | 3,1% |
Immobiliare | 3,0% |
I principali settori rappresentati includono:
- Tecnologia: Comprende alcune delle aziende più grandi e innovative, come Apple e Microsoft.
- Sanità: Include società farmaceutiche e fornitori di servizi medici, come Johnson & Johnson e Pfizer.
- Beni di Consumo: Comprende aziende che producono beni di uso quotidiano, come Procter & Gamble e Coca-Cola.
- Finanziari: Rappresenta banche e istituzioni finanziarie, tra cui JPMorgan Chase e Bank of America.
- Energia: Include compagnie petrolifere e del gas, come ExxonMobil e Chevron.
Questa ampia diversificazione significa che le fluttuazioni negative in un settore possono essere compensate dai guadagni in un altro, contribuendo a stabilizzare i rendimenti complessivi dell’indice nel lungo termine.
Vantaggi e Svantaggi
Investire nell’S&P 500 presenta diversi vantaggi che gli investitori devono considerare.
Tra i principali vantaggi, c’è la diversificazione settoriale, poiché l’indice offre esposizione a un ampio paniere di aziende, riducendo il rischio associato all’investimento in singole azioni.
Inoltre, i fondi indicizzati che replicano l’S&P 500 tendono ad avere commissioni di gestione inferiori rispetto ai fondi attivamente gestiti, il che li rende un’opzione più economica per gli investitori.
La performance storica dell’indice è un altro aspetto positivo, con un rendimento medio annuo intorno al 10% dal 1926, dimostrando una lunga storia di rendimenti solidi.
La carenza di diversificazione geografica è uno dei principali svantaggi dell’indice S&P500. L’indice è esclusivamente composto da aziende americane, il che significa che gli investitori potrebbero perdere opportunità di crescita in altri mercati globali.
Inoltre, come tutti gli investimenti azionari, l’indice è soggetto a fluttuazioni di mercato che possono portare a perdite significative nel breve termine, e tende ad avere fluttuazioni maggiori (sia in rialzo che in ribasso) rispetto ad altri indici.
Infine, l’indice è pesantemente ponderato verso alcune grandi aziende, specialmente le cosiddette “Magnifiche Sette“, aumentando il rischio se queste dovessero affrontare difficoltà.
Queste considerazioni aiutano gli investitori a valutare se l’S&P 500 sia un’opzione adatta per il proprio portafoglio in base ai propri obiettivi finanziari e alla tolleranza al rischio.
