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Il chip quantistico di Google rivoluziona il calcolo e fa salire le azioni di Alphabet

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Le azioni di Alphabet sono aumentate del 6% martedì, dopo l’annuncio del nuovo chip per il calcolo quantistico, chiamato “Willow”.

Questo chip rappresenta un significativo passo avanti nel campo del calcolo quantistico, mostrando capacità superiori rispetto al suo predecessore, Sycamore, introdotto nel 2019.

Google ha annunciato Willow il 9 Dicembre 2024. Le azioni della società madre Alphabet hanno subito un rialzo del 6% il giorno seguente.
Google ha annunciato Willow il 9 Dicembre 2024. Le azioni della società madre Alphabet hanno subito un rialzo del 6% il giorno seguente.

Willow è stato evidenziato per la sua capacità di risolvere un complesso problema computazionale in meno di cinque minuti—un compito che richiederebbe a uno dei supercomputer più veloci di oggi circa 10 septilioni di anni per completare (un septilione corrisponde a un milione di miliardi).

Questa cifra impressionante supera di gran lunga l’età dell’universo, sottolineando il potenziale del calcolo quantistico.

Willow funziona utilizzando i qubit, che sono fondamentalmente diversi dai transistor usati nei computer tradizionali.

Mentre i computer convenzionali elaborano i dati in forma binaria, i qubit possono esistere in più stati contemporaneamente grazie alla sovrapposizione quantistica.

Questa caratteristica consente ai computer quantistici di eseguire calcoli a velocità senza precedenti.

Al momento, una delle principali sfide nello sviluppo di computer quantistici pratici è la gestione degli errori che si verificano durante le operazioni.

Google afferma che Willow può ridurre esponenzialmente questi errori man mano che vengono aggiunti più qubit, affrontando un problema critico con cui i ricercatori si sono confrontati per quasi tre decenni.

Secondo quanto riportato da Google:

Willow ha prestazioni all’avanguardia in diversi parametri, consentendo due importanti traguardi.

  • Il primo è che Willow può ridurre gli errori in modo esponenziale man mano che aumentiamo il numero di qubit utilizzati. Questo affronta una delle sfide chiave nella correzione degli errori quantistici, un obiettivo perseguito nel campo per quasi 30 anni.
  • In secondo luogo, Willow ha eseguito un calcolo di benchmark standard in meno di cinque minuti, un’operazione che richiederebbe a uno dei supercomputer più veloci di oggi circa 10 settilioni (cioè 10^25) di anni, un numero che supera di gran lunga l’età dell’universo.

Il chip è un componente chiave della strategia in sei fasi di Google volta a creare un computer quantistico in grado di eseguire applicazioni pratiche in vari settori, tra cui la scoperta di farmaci, l’energia da fusione e la progettazione di batterie.

Attualmente, Willow incorpora circa 100 qubit, ma Google ha ambiziosi piani per espandere questo numero fino a 1 milione di qubit in futuro.

Secondo Sundar Pichai, CEO di Google, Willow rappresenta un passo fondamentale verso la costruzione di un computer quantistico funzionale in grado di gestire algoritmi commercialmente rilevanti che i computer tradizionali non possono replicare.

L’annuncio di Google ha suscitato attenzione e apprezzamento da parte di figure note nel settore tecnologico, tra cui Elon Musk e Sam Altman.

L’entusiasmo attorno a Willow riflette un interesse più ampio per il calcolo quantistico, poiché anche aziende come Nvidia, Microsoft e IBM investono pesantemente in questa tecnologia.

Sebbene il pieno potenziale del calcolo quantistico sia ancora lontano dall’essere realizzato—particolarmente per applicazioni come simulazioni su larga scala e decrittazione—progressi come quelli rappresentati da Willow segnalano un progresso significativo.

Nonostante l’entusiasmo attorno a Willow, gli esperti avvertono che le applicazioni pratiche rimangono limitate in questa fase. S

ebbene le prestazioni del chip siano impressionanti all’interno di benchmark controllati, tradurre queste capacità in soluzioni reali rappresenta una sfida.

Alcuni osservatori del settore hanno espresso scetticismo riguardo all’utilità immediata di tali progressi, notando che mentre raggiungere alti standard prestazionali è encomiabile, non equivale necessariamente a risolvere problemi pratici.


Alphabet (Google)

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