Il quiet quitting (“lasciare silenziosamente“) è un fenomeno che ha attirato l’attenzione negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani professionisti sia all’estero che in Italia, che consiste nel limitare di proposito la propria produttività in ufficio senza lasciare formalmente il lavoro.
Non si tratta semplicemente di pigrizia o disinteresse nel lavoro, ma piuttosto di una ribellione contro la cultura del burnout che ha pervaso il nostro ambiente di lavoro moderno.
![Quiet quitting](https://movimentofire.it/wp-content/uploads/2024/07/quiet-quitting-1024x576.webp)
Cos’è il quiet quitting?
Il quiet quitting si riferisce a una forma di dimissioni “in segreto”, in cui gli impiegati si disconnettono emotivamente o mentalmente dal loro lavoro senza formalmente dimettersi o svuotare le proprie scrivanie.
Continuano a segnare l’orario di ingresso e uscita, adempiendo alle loro responsabilità principali, ma la passione è svanita.
Non partecipano più con entusiasmo alle conversazioni significative, non si sentono più connessi al loro lavoro o alla squadra e non contribuiscono più con le loro migliori idee.
Il fenomeno del quiet quitting è parte di una tendenza più ampia, nota come “Great Resignation” o “Big Quit” che ha coinvolto milioni di lavoratori in italia e in tutto il resto del mondo. Questo fenomeno globale ha visto una grande quantità di lavoratori lasciare i loro posti di lavoro, spesso in cerca di un equilibrio più sano tra vita lavorativa e personale.
In Cina, il fenomeno è noto come “Tang Ping” o “Lying Flat” e rappresenta una forma di resistenza contro le pressioni sociali e lavorative intense che caratterizzano la società cinese.
I giovani che aderiscono a questo movimento scelgono di non aspirare a posizioni di leadership o a carriere di successo, ma piuttosto di vivere una vita più semplice e più equilibrata tra lavoro e vita personale.
Perché i lavoratori Millennials e Gen-Z si stanno “dimettendo silenziosamente”?
L’epidemia di burnout è un fattore significativo nel quiet quitting. La pressione costante per ottenere risultati, la disponibilità continua e le linee sempre più sfumate tra vita lavorativa e personale hanno creato un ambiente in cui gli impiegati sono costantemente esausti.
Lo stress cronico, la diminuzione della motivazione e un senso generale di stanchezza sono le conseguenze di questo ambiente insostenibile.
Il quiet quitting rappresenta una risposta a questa situazione, in cui gli impiegati dicono “no” a carichi di lavoro eccessivi e chiedono di più ai loro datori di lavoro.
“Burning Out”
Il moderno ambiente di lavoro è diventato un terreno fertile per il burnout, un fenomeno psicologico che si verifica quando gli individui sono costantemente esposti a situazioni stressanti e non riescono a gestire il loro carico lavorativo.
Questo può portare a una serie di sintomi fisici e psicologici, tra cui fatica e stanchezza cronica, diminuzione della motivazione e dell’interesse per il lavoro, sentimenti di frustrazione e rabbia, problemi di sonno e di digestione, diminuzione della capacità di concentrazione e decisione, e sentimenti di isolamento e disconnessione.
Il burnout può essere causato da una combinazione di fattori, tra cui carichi di lavoro eccessivi e non gestibili, manovre di stress cronico e non gestibile, mancanza di sostegno e riconoscimento, manovre di conflitto e tensione, e mancanza di equilibrio tra vita lavorativa e personale.
![Burnout](https://movimentofire.it/wp-content/uploads/2024/07/burnout-1024x768.webp)
Produttività, morale e “effetto domino”
Quando gli impiegati si dimettono silenziosamente, la loro produttività diminuisce. Si limitano al minimo necessario per sopravvivere, soffocando la creatività e l’innovazione che guidano la crescita aziendale.
Questo può avere un impatto significativo sulla morale della squadra, poiché i “quiet quitters” inviano segnali non verbali ai colleghi, contribuendo al disimpegno e al malcontento.
In general, il quiet quitting può portare a una diminuzione della produttività, un aumento del turnover e costi per sostituire gli impiegati disimpegnati che lasciano l’azienda.
I giovani e la voglia di lavorare
La realtà è che i giovani oggi non hanno più la stessa motivazione per lavorare come le generazioni precedenti.
La loro condizione lavorativa è caratterizzata da un alto livello di vulnerabilità: difficoltà di inserimento e di permanenza nel mercato del lavoro, forme contrattuali che non garantiscono rapporti di lavoro di lungo periodo, salari più bassi di quelli delle generazioni precedenti e lavoro irregolare.
Il fenomeno del quiet quitting è un esempio di questo cambiamento. Gli impiegati non si dimettono formalmente, ma si disconnessionano emotivamente e mentalmente dal loro lavoro.
Questo fenomeno è un segnale che i giovani non sono più disposti a lavorare in condizioni insostenibili e che cercano un equilibrio tra vita lavorativa e personale.
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The Italian community of the FIRE movement (Financial Independence, Retire Early) to stop working and retire young.